Dal 2 febbraio 2023 entra in vigore il Regolamento di Istituzione del Registro nazionale degli impianti protesici mammari. Le regioni e province Italiane entro 180 giorni dovranno istituire il proprio Albo che arricchisce con i loro dati quello nazionale. Ci sono delle Regioni, tra cui Liguria e Lombardia, dove dai dati emerge un aumento del 30% delle richieste delle protesi mammarie, e regioni quali Calabria, Sardegna e Friuli-Venezia Giulia dove è ancora presente un assenza di dati. In Campania, il governatore Vincenzo De Luca ha istituito una Commissione "ad hoc".
"Il Registro delle protesi mammarie italiano - afferma il Professore Francesco D’Andrea, membro della Commissione Regionale sulle Protesi Mammarie e Direttore del Dipartimento di Medicina Estetica e Chirurgia Plastica dell’Università Federico II - il primo a livello europeo ad essere obbligatorio e a raccogliere dati relativi all’impianto e alla rimozione delle protesi, rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela della salute delle pazienti che impiantano protesi e per raccogliere dati utili alla comunità scientifica e ai produttori di protesi per migliorarne l’efficacia e l’efficienza".
Dal 2012 ad oggi oltre la metà delle pazienti della chirurgia plastica hanno ricevuto impianti tra 100 e 200 grammi (fino alla terza taglia di reggiseno scarsa, in relazione alla corporatura). Tra le più diffuse, ci sono le protesi in gel di silicone aventi uno storico di oltre 40 anni di uso permettendo di poter valutare con precisione le statistiche di rischio (non provocano tumori e non sono causa di malattie autoimmuni). "Le protesi attualmente disponibili sono sicure e ben tollerate - continua il Prof. D’Andrea - sono utilizzate sia in campo oncologico, per ricostruite seni demoliti per asportare tumori, sia in estetica per ridare armonia a questa regione corporea così importante per una donna. Oggi si stimano circa 50000 interventi l’anno, e la Campania è una delle regione in cui si eseguono più interventi in assoluto sul territorio nazionale".