Intervista del Prof. D'Andrea
D’Andrea (Sicpre) contro la chirurgia low cost: «Difendiamo la professionalità dello specialista e tuteliamo la salute del paziente». Smentita la credenza secondo cui i vaccini provocano effetti indesiderati su chi fa trattamenti di medicina plastica ed estetica
Una neomamma di 24 anni ridotta in fin di vita a causa di un intervento estetico “al risparmio”, effettuato in uno studio medico in Turchia. Una donna ricoverata per gli effetti collaterali causati da un intervento eseguito in Tunisia. L’inaugurazione del primo Botox Bar d’Italia, dove i clienti possono abbinare la consumazione di un drink a un “ritocchino” con botox o acido ialuronico.
Sono tante facce di un’unica medaglia, l’inganno, perpetrato ai danni di pazienti che vengono adescati da offerte pubblicate sui siti internet e sui social network che propongono operazioni di chirurgia plastica ed estetica a basso costo all’estero, soprattutto per quanto riguarda il trapianto di capelli e la mastoplastica additiva, o che sviliscono la chirurgia estetica associandola ad un momento frivolo e soprattutto praticandola in luoghi e contesti non consoni.
I pericoli di una chirurgia estetica low cost
La giovane neomamma aveva trovato su internet e “approfittato” di un’offerta che proponeva un ritocco al seno al costo di 2500 euro. Con 4500 euro in più, la 24enne ha acquistato anche il lipofilling ai glutei, il viaggio e il soggiorno in hotel, ed è partita per la Turchia. Sembrava che l’operazione fosse andata bene, ma una volta rientrata in Italia, ha iniziato a lamentare forti dolori ed è stata trasportata d’urgenza per una grave infezione post-operatoria all’ospedale San Gerardo di Monza, dove ora è ricoverata in terapia intensiva. Un calvario simile è stato vissuto anche dall’altra donna, ricoverata sempre al San Gerardo. Si tratta di interventi che non solo non garantiscono il risultato promesso, ma comportano anche grossi rischi per la salute dei pazienti e danni cui, spesso, non è possibile porre rimedio.
I rischi per la salute
«Il risultato finale di un intervento chirurgico – ammonisce il prof. Francesco D’Andrea, direttore del dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica del Policlinico Federico II di Napoli e presidente SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica), oltre che Direttore del percorso chirurgico della Breast Unit della Federico II denominato “Progetto Donna” – non può essere focalizzato al solo atto operatorio, ma è legato ad un arco temporale molto più ampio che va dalla visita con valutazione clinica e programmazione dell’intervento stesso, con la dovuta spiegazione dei rischi e dei benefici della procedura proposta, fino ai controlli postoperatori che servono per verificare che tutto proceda in maniera regolare, consentendo di intervenire tempestivamente in caso di complicanze, cosa impossibile quando si è a migliaia di chilometri di distanza. Tutti i pazienti – sottolinea D’Andrea -potrebbero infatti presentare complicanze generiche, come le infezioni, o specifiche come, nel caso degli interventi alla mammella, ematomi in fase precoce e intolleranza alle protesi».
Lo svilimento della professione
Nell’ultimo weekend di maggio è stato inaugurato a Roma il primo Botox Bar d’Italia, simbolo di un nuovo e fuorviante approccio al settore della medicina plastica ed estetica. Nato sulla scia di un trend newyorkese che purtroppo, a quanto pare, sta prendendo piede anche in Italia. Un approccio che mortifica i “veri” professionisti del settore, svilendo le competenze e guardando solo al profitto, e che fa leva soprattutto sui giovani che cedono molto più facilmente al fascino della medicina estetica, sottoponendosi a interventi di lieve o grande entità volti a migliorare il proprio aspetto.
«Queste iniziative che tendono a svilire la professione medica eseguita da professionisti seri – denuncia D’Andrea -, vanno condannate perché foriere di un messaggio fuorviante che assimila la medicina estetica ad un’attività commerciale e, soprattutto, con rischi per la salute del cittadini».
L’importanza della formazione e dell’informazione
Continua la battaglia del professor Francesco D’Andrea contro l’abusivismo della professione, ma al tempo stesso anche quella contro la cattiva informazione riguardo gli effetti collaterali dei vaccini in chi si sottopone ad interventi di chirurgia plastica ed estetica. Per cancellare falsi allarmismi, il presidente SICPRE ha creato un vademecum con raccomandazioni rivolte ai professionisti del settore per far operare in sicurezza i propri pazienti, e smentito la falsa credenza secondo la quale i vaccini possano creare problemi a chi fa trattamenti di medicina plastica ed estetica. Grazie a queste raccomandazioni, molti pazienti che, per paura, avevano abbandonato le cure, soprattutto oncologiche, sono tornati negli ospedali per sottoporsi agli interventi chirurgici rinviati.